L'ostensorio eucaristico è uno degli accessori più rilevanti nella messa grazie alla sua importante funzione liturgica e al suo profondo significato simbolico. Nella chiesa cattolico romana esso infatti viene impiegato in ogni cerimonia o adorazione eucaristica. Vediamo dunque cos'è e a cosa serve l'ostensorio.
Qual è la funzione dell'ostensorio?
L'ostensorio, che deriva il suo nome dal termine latino ostendere, ovvero mostrare, è un sacro arredo che viene adoperato dal sacerdote per l'esposizione solenne del Santissimo Sacramento, cioè dell'ostia consacrata. Durante il rito dell'ostensione o esposizione eucaristica il ministro preleva l'ostensorio e lo colloca sull'altare, riponendovi l'ostia magna consacrata ed incensando il Sacramento, mentre i fedeli adorano il Corpo di Cristo con preghiere e canti. Al momento della solenne benedizione eucaristica il sacerdote prende l'ostensorio e fa il segno della croce con il Sacramento. Durante la processione del Corpus Domini o in occasione di altre festività, l'ostensorio viene portato solennemente per le strade, seguito da un corteo di fedeli.
L'ostensorio eucaristico fece la sua comparsa solo a partire dal XIV secolo, distinguendosi man mano dalle pissidi, dai cibori e dai reliquiari. Ciò accadde dopo che nel 1264 il papa Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini e divenne familiare nella Chiesa la pratica di esporre il Santissimo Sacramento o di portarlo in processione. Uno dei più antichi esemplari nella cattedrale di San Nicola di Bari è a forma di tempietto recante la scritta "Hic corpus domini" e databile al 1300 circa. Quando nel XVI secolo il Concilio di Trento sottolineò l'importanza del culto eucaristico, si diffusero nelle chiese ostensori classificabili in diverse tipologie (a torre, a disco, a croce e con figure) alcune delle quali scomparvero nei secoli successivi, mentre altre si modificarono.
Ostensorio: modelli, stili e materiali
Ogni ostensorio per ostia magna si compone di:
- una base
- un fusto slanciato
- una teca apribile mediante uno sportellino
Nel tempo gli artisti cesellatori, bronzisti, argentieri e orefici hanno dato vita a modelli diversi, realizzando veri e propri capolavori di enorme valore artistico e storico. Tra le più antiche tipologie troviamo l'ostensorio a coppa, tuttora preferito nel rito ambrosiano e in cui la teca, incastonata in una montatura riccamente decorata e cesellata a sbalzo, viene chiusa da un coperchio. Molto diffuso soprattutto nei secoli passati è l'ostensorio architettonico che mostra invece una forma a tempietto, a guglia ed è arricchito da elementi architettonici come colonnine, bifore, cuspidi e pinnacoli.
Dal XV secolo si è invece affermato l’ostensorio a raggiera, che presenta una teca incorniciata da raggi che simboleggiano la luce divina irradiata dall'ostia. A loro volta le raggiere possono essere decorate con angeli, spighe, volute, grappoli d'uva o nuvole e i raggi possono essere doppi, lanceolati, fiammeggianti, singoli o a fasci. Per quanto riguarda poi i materiali di cui è fatto un ostensorio, è chiaro che per un sacro arredo così importante in passato si è sempre preferito optare per metalli preziosi come l'argento o il bronzo placcato in oro zecchino. Oggi è molto diffuso l'ostensorio in ottone dorato e possiamo orientarci su due stili distinti: l'ostensorio classico, dalle linee pulite, semplici e moderne e l'ostensorio barocco che, con la sua ricca decorazione a cesello o a sbalzo, richiama la tradizione storico-artistica.