I copricapi religiosi sono un oggetto che non solo viene utilizzato per tradizione ma hanno anche un significato ben preciso. In base al ruolo all'interno della scala gerarchica ecclesiale oppure all'occasione specifica si indossa un copricapo piuttosto che un altro. Ecco allora i principali nomi dei copricapi religiosi e il loro significato.
La storia e l'uso dei copricapi per prelati
I copricapi per prelati sono stati una costante nella storia della Chiesa cattolica, essendo utilizzati sia come simbolo del rango e dell'autorità dei prelati, ma anche come elemento liturgico e cerimoniale. Tra i copricapi più comuni ci sono il saturno e la beretta tricorno, entrambi con una lunga storia e un significato simbolico. In questo articolo esploreremo la storia e l'uso dei copricapi per prelati, concentrandoci in particolare sulla differenza tra il saturno e la beretta tricorno, nonché su come questi copricapi sono stati utilizzati nel corso dei secoli. Inoltre, vedremo come questi copricapi sono stati influenzati dalle mode del tempo e dalle tradizioni culturali.
Il copricapo che comunemente viene chiamato "tricorno" in realtà si chiama "berretta" e presenta tre o quattro spicchi superiori. La berretta a quattro spicchi era riservata ai "dottori in teologia" e a prelati che ne avevano il privilegio. Nel Settecento, alcuni membri del clero iniziarono a seguire la moda del tricorno, ma nel primo Ottocento prevalse il cappello a tegola (con le falde ripiegate ai lati) che poi divenne noto come "saturno" ovvero il cappello a larghe falde che si è affermato dalla metà Ottocento in poi.
La berretta era il copricapo abituale degli ecclesiastici, ed era utilizzata durante le liturgie con precise indicazioni. Fuori dalle celebrazioni, la berretta veniva utilizzata come normale copricapo "di casa", mentre il cappello a larghe falde veniva usato quando si usciva dal presbiterio.
La berretta è ancora oggi un copricapo usato degli ecclesiastici, mentre il cappello a larghe falde è stato più soggetto alle mode del tempo. Negli anni postbellici andava molto di moda il basco, mentre negli anni '60 furoreggiava il kolbacco. Attualmente la tendenza per il clero in generale è quella di utilizzare una semplice "coppola" o kangol, più adatta sia con l'abito piano che con la clergymen. In inverno si può vedere anche l'utilizzo di berretti di lana da sciatore senza particolari fogge. È inoltre importante notare che c'è una differenza nell'uso dei copricapi tra il clero latino e quello di tradizione bizantina. Infatti, il clero di tradizione bizantina tende a non utilizzare copricapi particolari e a preferire una semplice berretta o cappello invernale.
Il saturno e la beretta tricorno sono entrambi copricapi tradizionalmente indossati dai prelati della Chiesa cattolica. Entrambi i copricapi hanno una lunga storia e un significato simbolico, ma sono stati utilizzati in modi leggermente diversi. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di questi copricapi per prelati.
La berretta tricorno per i preti
Il copricapo denominato berretta è anche conosciuto come tricorno del prete. Si tratta di copricapo religioso che ha la forma di un cubo con tre alette rigide sui lati e un fiocco posizionato nella parte superiore. Il tricorno, viene utilizzato solitamente nelle celebrazioni sacre ma è un copricapo che viene indossato anche durante le processioni oppure nelle funzioni che vengono svolte all'aperto. Questo copricapo viene indossato dai candidati all’episcopato quando, durante la messa di consacrazione, entrano all'interno della cattedrale indossando i paramenti sacri e con il tricorno del prete sul capo. In questo caso la berretta tricorno viene scelta nella tonalità solferino. I cardinali, invece, quando vengono nominati dal pontefice nella sacra funzione all'interno della Basilica di San Pietro, ricevono il tricorno del prete direttamente dalle mani del papa, per suggellare l'occasione ufficiale. La variante che viene destinata i cardinali in questa occasione è la tipologia berretta tricorno nella variante rossa e priva di fiocco. I vescovi e gli arcivescovi, invece, devono indossare una berretta tricorno di colore paonazzo, completato di fiocco dello stesso colore sulla sommità. Ad ogni occasione e soprattutto ad ogni rango, quindi, viene destinata una berretta tricorno particolare e non è possibile contravvenire a queste regole.
Il copricapo saturno per parroco
Un altro dei copricapi religiosi molto indossati e identificativi per gli ecclesiastici è sicuramente il saturno del parroco: è anche conosciuto come cappello romano. Il nome deriva dalla sua forma ovoidale che ricorda esattamente il pianeta omonimo ed è stato scelto per simboleggiare la figura del pater, della guida spirituale per la comunità di fedeli. Si tratta di un cappello circolare, con una tesa molto larga che solitamente è piatta ma esistono pure alcune versioni nella quali la tesa è ripiegata sui lati. La coppola centrale, che ha una forma perfettamente semisferica, è ornata con un nastro dello stesso colore del saturno. Il saturno del parroco solitamente è di colore nero (eccezionalmente di colore viola), una tonalità che nella tradizione appartiene al pianeta Saturno, ma il nastro viene applicato di colore differente in base al grado di chi lo indossa.
È nero per i parroci, verde se lo indossa un vescovo mentre il rosso viene destinato ai cardinali. Anche il Papa ha il suo saturno che nel caso del pontefice è eccezionalmente di colore bianco oppure rosso, adornato con fiocchi di colore oro, per sottolineare la regalità di chi lo indossa e la sua guida su tutta la Chiesa cattolica. Il saturno del parroco è un copricapo che non può essere mai utilizzato durante le celebrazioni liturgiche ma viene riservato alle occasioni non ufficiali e per la vita quotidiana.